E’ tra le camere meglio conservate del piano terreno del palazzo, destinato a funzioni di rappresentanza. L’ambiente è particolarmente importante perché fortemente incentrato sulla rappresentazione dell’impresa del “Crogiolo”. L’immagine simbolica si rifà alle vicende successive alla battaglia di Fornovo del 1495 con la vittoria dell’esercito veneziano guidato da Francesco II Gonzaga sulle truppe francesi di Carlo VIII. Nonostante il successo riportato, il Gonzaga fu accusato dal Senato veneziano di tradimento per non aver inseguito e definitivamente sconfitto i francesi in fuga. Malgrado la decisa difesa del proprio operato, Francesco si vide privato del comando; proprio per ricordare tale difficile momento il marchese assunse come impresa personale un crogiolo nel quale fonde un fascio di verghe d’oro puro accompagnato dal motto “PROBASTI ME DOMINE, ET COGNOVISTI”: “Signore, mi hai messo alla prova e hai saputo di che materia sono fatto”.
Dall’impresa posta al centro della volta a padiglione scende una pioggia di fiammelle sino a metà delle pareti. Nelle lunette, all’interno di uno scudo appeso a nastri tra due festoni di fiori e frutta di gusto mantegnesco, si succedono altre imprese gonzaghesche legate in particolare alla figura di Isabella d’Este: le “pause”, il motto senza corpo “Nec spe nec metu”, il “Candelabro”, la “A” fiammeggiante, l’“alfa e omega”, il numero XXVII, la sigla “IS”.