Rispetto al palazzo, che nel 1507 risulta già concluso, il grande atrio d’ingresso, ora aperto da luminose vetrate sui due lati est (dove si trova l’ingresso) ed ovest, è il risultato di un ampliamento avvenuto negli anni immediatamente successivi. Si tratta in realtà di uno spazio in origine esterno rispetto al palazzo: destinato a garantire la continuità del cammino di ronda a ridosso delle mura, fungeva infatti principalmente da sostegno alle camere del piano superiore, queste sì collegate in modo funzionale agli altri ambienti dell’edificio signorile.
Il vasto ambiente voltato appare delimitato da un lato dai potenti contrafforti delle mura cinquecentesche, raccordati tra loro da volte a botte, e, sul lato opposto, dall’originaria facciata esterna del palazzo.
Gli interventi di recupero degli anni 1999-2000 hanno messo in evidenza su quest’ultima parete la presenza di due diversi impianti decorativi: infatti, su un primo disegno risalente alla decorazione della facciata precedente l’ampliamento (motivo che non a caso continua anche all’esterno senza soluzione di continuità) caratterizzato da grandi conci squadrati ad imitazione di un rivestimento marmoreo, si sovrappone una seconda tipologia d’ornato con cinque alte arcate dipinte (corrispondenti alle cinque simmetriche ricavate nelle mura esterne). Un motivo a fiammelle si irradiava infine su tutte le pareti partendo dall’oculo centrale della volta dove era raffigurata l’impresa del crogiolo, insegna particolarmente cara a Francesco II Gonzaga e elemento ricorrente nella decorazione dell’intero palazzo.