La camera prende il nome dall’impresa gonzaghesca dipinta al centro della volta a padiglione poggiante su lunette e peducci. L’impresa raffigurata è quella dei Brevi, riconoscibile per la presenza di un motivo nastriforme che, in analogia con quanto avviene negli altri ambienti decorati del palazzo, si irraggia dall’oculo centrale su tutta la volta. Per breve si intendeva una lettera o, più di frequente, un biglietto, una striscia di carta o pergamena che poteva recare delle scritte. Al centro della volta è dipinto un occhio di cielo, ove campeggia un mazzo di biglietti che sembrano essere stati sciolti in questo momento e gettati all’interno della camera, in cui volteggiano mostrando alternamente un lato giallo e uno azzurro. L’impresa dei Brevi, o delle Polizze, come testimoniano anche i colori araldici, giallo e blu degli Este, apparteneva a Isabella d’Este, elemento che va a sostegno dell’ipotesi che la camera sia stata decorata, assieme a quella adiacente delle Frecce, dopo la morte di Francesco II avvenuta nel 1519. In questo ambiente sono purtroppo andate perse tutte le decorazioni delle lunette che riproducevano con ogni probabilità altre imprese della famiglia Gonzaga. La camera fu aggiunta, al corpo centrale dell’edificio negli anni immediatamente successivi al 1507 quando il palazzo risulta terminato nel corpo longitudinale. Poggiata sul sottostante cammino di ronda e sulle mura perimetrali della città cinquecentesca, si affacciava sul panorama lacustre che circondava all’epoca l’isola del Te.
-
Dettagli
-
Categoria: Sale monumentali