Le due Camere dette del Porcospino e del Crogiolo, espongono una serie significativa di stemmi araldici lapidei relative ad alcune famiglie nobiliari di Mantova.
L’araldica o “arte del blasone” è la scienza che regola e governa la composizione degli stemmi gentilizi. A ciascuno di questi emblemi araldici, secondo le minuziose modalità e regole di un complesso codice cavalleresco, era affidato il compito di mostrare ed illustrare gli elementi distintivi di una famiglia nobiliare. Ogni stemma araldico racconta di fatto la storia di una particolare famiglia attraverso i secoli: nelle società antiche esso era un valido e imprescindibile mezzo di identificazione sia individuale che famigliare. Lo stemma araldico permetteva infatti di comunicare con chiarezza l’importanza, il ruolo, la storia famigliare e personale di chi lo presentava. Per questo ogni singolo elemento e figura, anche il più piccolo ornamento o cambiamento di forma in uno stemma nobiliare, rimanda ad un preciso significato codificato. Così, ad esempio, la raffigurazione entro lo stemma di un animale o un oggetto particolare, aveva la funzione di simboleggiare le qualità o il potere del titolare dello stemma. Saper “leggere” gli stemmi permetteva in epoca medievale e rinascimentale di capire immediatamente chi si aveva di fronte: qual era la sua importanza e il suo ruolo sociale.
Particolarmente significativo è il caso della famiglia Gonzaga che, attraverso la ricorrente e sistematica mutazione del proprio stemma, ha progressivamente fissato e reso pubblici i passaggi più significativi che l’hanno portata nei secoli, attraverso concessioni imperiali, imparentamenti, riconoscimenti dinastici, acquisizioni di feudi e territori, ai vertici dell’aristocrazia europea.