A Palazzo Te mostra di Renzo Margonari dal titolo Disordini Paratattici dal 23 dicembre 2018 al 24 febbraio 2019
Renzo Margonari (Mantova, 1937), pittore, critico d’arte, profondo conoscitore della musica jazz, inserito in ogni storia internazionale del Surrealismo che si rispetti, accademico virgiliano e in passato presidente d’accademia di Belle Arti, proprio come un musicista free libera le note, gli accordi, i tempi delle sue forme e dei suoi colori senza badare ad assonanze e dissonanze, inventando interruzioni e contrapposizioni, facendo di ogni suo quadro un mondo a sé e di tutti quanti insieme una personale cosmogonia. Ogni dipinto ha un suo stile, una sua posizione, proiettando fuori di sé un fluido, denso e viscoso, liquido di infiammabile e di surriscaldata e onirica immaginazione.
Pittore definito fuori tempo, anarchico, indisponibile, parasurrealista o neosurrealista (di lui hanno scritto, tra gli altri, Schwarz, Jaguer, Crispolti, De Micheli, Cagli, J. Pierre, Vivaldi, Buzzati, Venturoli, Trucchi, Perez Corrales, Matthews, Sanesi, Miccini, Benni), Margonari ha fatto sua in pittura la frase di Andrè Breton contenuta nel Primo manifesto del surrealismo del 1924: “Solo la parola libertà ancora mi esalta. Io la credo atta a mantenere acceso indefinitamente l’antico fanatismo degli uomini. E senza dubbio risponde alla mia sola legittima aspirazione”.
La mostra Disordini Paratattici (che si apre con un’opera del 1964 a testimonianza della continuità nella storia pittorica di Margonari in più di 50 anni di attività) presenta opere realizzate nell’ultimo decennio che descrivono mondi fantastici abitati da draghi allogenici, nursery di farfalle, voli di angeli, sogni interrotti, petali e uccelli liquidi. Dipinti che concentrano in sé passaggi fluidi e descrittivi, informi e realizzati a punta di pennello, spontanei o progettati, utilizzando più stili e più tecniche per cercare di rendere eventi e fenomeni della nostra psiche un fatto concreto, reale, originario.
Marco Tonelli