L'esposizione "Mantova delle Acque" a Palazzo San Sebastiano: prorogata al 31 gennaio 2017
Written by Patrizia QuadriPalazzo San Sebastiano ospita sino al 18 dicembre l'esposizione "Mantova delle acque" con tanti inediti provenienti dagli archivi dei Consorzi di Bonifica Terre del Mincio. La mostra è stata prorogata al 31 gennaio 2017.
L'anta segreta di un vecchio armadio ha restituito una serie di documenti e libri molto rari, per Mantova e anche per le province limitrofe, che spazia dal Cinquecento ad oggi. Nasce così "Mantova delle Acque", la prima esposizione "saggio" degli archivi storici dei Consorzi di Bonifica mantovani a Palazzo San Sebastiano. Qui si terrà l'inaugurazione venerdì 21 ottobre alle 18.30 e la mostra sarà visitabile sino al 18 dicembre.
Si tratta di un'esposizione a carattere documentale e non scientifico ed è aperta ad ogni fascia d'età. E' allestita all'interno di Palazzo San Sebastiano a Mantova, sull'asse viario che collega Palazzo Ducale a Palazzo Te, emblema della civiltà mantovana. Qui si alternano 7 quadri, 30 mappe (composte in 12 pannelli espositivi di facile lettura), 20 volumi originali esposti in 4 teche. Spicca, tra i documenti, il problema della difesa idraulica e del suolo, oggi tema dibattuto sui media, in realtà affrontato dai mantovani sin dai secoli scorsi con l'ausilio dei migliori ingegneri del tempo. Ma non solo. Tra i "pezzi da novanta" della mostra di Palazzo San Sebastiano, un Gridario cinquecentesco, una raccolta di norme al tempo di Guglielmo Gonzaga con le regole per l'uso d'armi, la regolamentazione di dazi, fiere gioco, biade o sfodero di arme in corte. Quindi, il trattato fra l'imperatrice Maria Teresa d'Austria e la Serenissima di Venezia per l'utilizzo d'acqua del Tartaro. Oppure lo straordinario documento del 1843 su "Tipi dei regi giardini del Te", con la planigrafia che ci mostra una foto di come erano i giardini quasi due secoli fa. Oltre alle rilevazioni dei mulini idraulici di Sette e Ottocento (col compito di portare acque alle note risaie mantovane), di rilievo anche mappe idrografiche del territorio – che spesso venivano preservate alle pareti degli uffici dei consorzi – dal Settecento a metà del Novecento. Capolavori di ingegneria (e disegno) idraulica: uno è del Seicento, un altro è un celebre Mortier, tra i più noti cartografi del millennio concluso.
Scorrendo quanto allestito in mostra, si coglie l'importanza dell'acqua anche nei trattati e nelle ordinanze che servivano a gestire le concessioni irrigue. Questo dialogo continuo tra uomo e natura è tuttora alla base della produzione di quei prodotti agroalimentari d'eccellenza impiegati in cucina o negli allevamenti. Dal riso (alla pilota), al sugolo con il mosto d'uva, al mais per la polenta, alle zucche e ai prati stabili per i bovini.